Il gabinetto del dottor Caligari

Francis ritorna con la mente al 1830 quando viveva in uno sperduto paesino tedesco. A raccogliere i ricordi e le confessioni che la bocca libera con noncuranza, c’è un non meglio identificato vecchietto che si accomoda accanto a lui. Durante una fiera di paese Francis si imbatté nel poco rassicurante dottor Caligari. Lo scienziato, con la stessa nonchalance con cui si discute del tempo, presentava agli inorriditi paesani la sua ultima scoperta: Cesare. Egli era un sonnambulo che, preventivamente ipnotizzato dal medico, trascorreva le sue giornate in una bara. Quando Caligari avrebbe deciso di risvegliarlo, il disgraziato avrebbe predetto gli eventi futuri. La sinistra presenza dello scienziato coincise con la fine della tranquillità del paese: molti cittadini, tra cui i detrattori delle scoperte dello strano dottore, morirono in circostanze dubbie. Alan, unico tra tutti a voler testare le capacità divinatorie di Cesare, chiese lumi sul suo destino sentimentale; tanto lui quanto Francis infatti ambivano alla mano di Jane ma, ovviamente, solo uno avrebbe potuto avere la meglio. Il sonnambulo predisse al poveretto la sua morte imminente (evento puntualmente verificatosi il giorno successivo). Da quel momento il paesello entrò nel caos più assoluto: le forze dell’ordine indagavano senza fortuna sulle morti sospette e la bella Jane venne rapita da Cesare che perì nel tentativo di fuggire insieme alla giovane donna. A gettare luce sulla poco limpida vita di Caligari e del suo uomo addormentato fu Francis: le indagini del ragazzo condussero la polizia in uno squallido manicomio. Nelle deduzioni apparentemente logiche del protagonista qualcosa però sembra non quadrare; il finale della pellicola infatti lascia lo spettatore nel dubbio circa le vere intenzioni di ciascuno dei protagonisti. Il film, parecchio datato (1920), si regge su un equilibrio vicino alla follia, sull’idea di illusorietà del mondo circostante; non a caso inquadrature, oggetti e persone sono sempre distorte, inaffidabili e non univocamente interpretabili…