Santa Clause

Scott e Charlie, rispettivamente padre e figlio, si svegliano di soprassalto quando nel cuore della notte sentono distintamente dei passi sul tetto di casa loro. Benché il tutto accada durante la vigilia di Natale, i due non hanno di certo pensato che Babbo Natale stesse per visitare la loro casa: Scott quindi, in tono abbastanza aggressivo, intima all’uomo che sta percorrendo il loro soffitto di scendere subito ed abbandonare la sua proprietà. Lo strano individuo, preso dal panico, scivola giù e muore. Scott e Charlie, potendolo adesso osservare da vicino, si rendono conto che il presunto ladro è in realtà proprio Babbo Natale. Una volta precipitato al suolo il poveretto evapora e lascia in eredità ai padroni di casa i suoi abiti ed uno strano biglietto da visita su cui è riportato un avviso: il foglio infatti ordina a chiunque abbia causato la morte di Santa Claus di vestire i panni dell’allegro vecchietto e continuare la sua missione. Scott e Charlie obbediscono e giunti al loro capolinea, il Polo Nord, fanno conoscenza di Bernard, il capo dei folletti. Passano le ore ed i due si ritrovano nel loro letto e, benché ricordino vividamente l’esperienza della notte appena trascorsa, pensano di aver soltanto sognato. Eppure il ragazzino non è molto convinto di tale spiegazione: ha ancora indosso un pigiama regalatogli da uno dei folletti, mentre il padre inizia poco alla volta, e non certo per sua volontà, ad assumere le sembianze di Santa Claus. L’evento, ovviamente, arreca all’uomo danni sia dal punto di vista lavorativo che personale: Neil Miller, uno psicologo che adesso vive al fianco della sua ex moglie, ne fa addirittura un caso clinico… La pellicola, datata 1994, ha un titolo molto originale che gioca con il suono del termine “Clause” (clausula), simile a “Claus” (Santa Claus, ossia Babbo Natale) rendendo pertanto intraducibile nella nostra lingua il titolo del film.