Oliver Stone nasce a New York da un matrimonio misto (padre ebreo e madre cattolica) il 15 settembre del 1946. Quando il regista ha appena compiuto i 16 anni i genitori decidono di mettere fine alla loro storia d’amore. Il divorzio, praticamente firmato all’insaputa di Oliver, lascia segni indelebili sull’animo e sull’arte del figlio. Circa due anni dopo Stone, ormai diplomato, gira il mondo alla ricerca di sé stesso e di un lavoro. Volontario in Vietnam (1967) fa infine ritorno in patria nel 1971; qui, ancora profondamente turbato dalla guerra, frequenta il college e conosce Martin Scorsese. Bisogna attendere il 1973 per il suo esordio con il fortunato corto “Last year in Vietnam”. Prima di ottenere un altrettanto desiderato successo, Oliver Stone si dedica alla stesura della sceneggiatura di “Fuga di mezzanotte”; è il 1978 e il regista si aggiudica il suo primo Oscar (come sceneggiatore). Dopo qualche fiasco, Oliver Stone finalmente si impone al pubblico con “Salvador” e “Platoon” detentore di ben 4 Oscar (entrambi del 1986). Seguono a ruota altri grandi successi; da “Wall Street” (1986) a “Nato il 4 luglio” (1989, detentore di 2 Oscar), da “JFK – un caso ancora aperto” (1991, premiato con 2 Oscar) a “Tra cielo e terra” (1993). Dopo aver girato altri fortunati lungometraggi, Oliver Stone inizia ad interessarsi di documentari ed in particolare, grazie anche all’amicizia che lo lega a Fidel Castro, sembra dirigersi su questioni storiche e politiche. Tornato sul set, il regista americano gira dapprima “Alexander” (2004) e poi il più che apprezzato “World Trade Center” (2006). Violento, polemico verso le istituzioni ed il pensiero comune, aggressivo nel linguaggio, evidentemente politicizzato ed impegnato: a questo punto della sua inarrestabile carriera Oliver Stone sembra, a giudizio della critica e del pubblico, caratterizzarsi essenzialmente per queste sue inclinazioni. Il regista, non certo un tipo semplice da gestire, è stato arrestato più volte per possesso di stupefacenti e guida in stato di ebbrezza.
