Million Dollar Baby

Frankie Dunn, appesi i guantoni al chiodo, ha iniziato la carriera di manager e, quando capita, non si lascia sfuggire l’occasione di allenare qualche giovane talento. Scrap, dato il carattere non proprio gioviale del protagonista, è l’unico amico che l’ex pugile riesce a tenersi stretto. I due insieme gestiscono una palestra a Los Angeles. Ad inasprire ulteriormente il carattere di Frankie contribuisce senza dubbio il pessimo rapporto con la figlia e i dubbi di giorno in giorno più angoscianti sulla religione. L’unica soddisfazione dell’ex pugile sembrerebbe essere Big Willie, l’allievo più talentuoso di tutta la palestra, ma nemmeno questa gioia è destinata a durare molto: il ragazzo, stanco del continuo temporeggiare del suo allenatore che non vuole proprio saperne di iscriverlo alle competizioni più importanti, passa ad un altro manager che in brevissimo tempo gli consente di fregiarsi del titolo mondiale. A rimpiazzare il grande boxeur sarà Maggie, una ragazza che in virtù della sua determinazione vince la ritrosia di Frankie ad allenare una donna. La giovane in breve tempo farà ricredere il suo allenatore e tutti coloro i quali ritengono la boxe uno sport per uomini. A questo punto lo scontroso Mr. Dunn, fiero della sua pupilla, ribattezza Maggie Mo Chuisle, locuzione gaelica di cui nessuno tranne lui conosce il significato. Raggiunta finalmente la celebrità, la donna sfida la campionessa mondiale, Billie “orso blu”. Una scorrettezza sul ring causa a Maggie una paralisi permanente dal collo in giù. La ragazza, ormai relegata a vivere su un letto di ospedale, caccia i familiari, venuti a trovarla soltanto per convincerla ad intestare loro tutti i soldi fin qui guadagnati. Il tristissimo epilogo della vicenda costringe lo spettatore a rivedere i suoi giudizi in merito a Frankie. La pellicola, datata 2004, è stata accolta calorosamente dal pubblico e dalla critica che ne ha sancito il successo con ben 4 premi Oscar e 2 Golden Globe.

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