Una giovane e poverissima ragazza madre decide di lasciare suo figlio, ancora in fasce, all’interno di una delle poche vetture in circolazione negli anni ’20. Mai scelta fu più sbagliata: la macchina infatti viene di lì a poco rubata da alcuni malviventi che, una volta accortisi del bambino, non rimediano altra soluzione se non quella di abbandonarlo nuovamente. A trovarlo stavolta è Charlot che, dopo qualche esitazione, decide infine di tenere con sé la sfortunata creatura. Il vagabondo porta il neonato nella sua poverissima dimora dove il piccolo cresce protetto da un amore quasi paterno. Passano gli anni ed il trovatello, aiuta il protagonista a racimolare del denaro: l’uomo è un vetraio e il suo bambino gli prepara il terreno prendendo a sassate le finestre delle case e delle botteghe. L’espediente, inizialmente tanto ben congeniato da garantire ai due la sopravvivenza, cessa di procurare guadagni quando l’incauta coppia rompe la finestra di un poliziotto. Intanto la ragazza madre si è finalmente lasciata alle spalle la povertà che l’attanagliava e che la costrinse ad abbandonare il suo bambino. Inizia così a fare del volontariato nelle periferie della città ed incontra, senza potersene rendere conto, suo figlio. Quando un giorno il piccolo si ammala, Charlot chiama il medico. In questa occasione il pover’uomo rivela al dottore che il paziente è in realtà un trovatello. Passano poche ore e, avvisati dallo specialista, arrivano i servizi sociali che sequestrano il bambino. Intanto il monello, ricoverato in un dormitorio pubblico, viene rapito da un guardiano che in lui riconosce un fanciullo disperso; pensa quindi che portandolo alla madre, che si era preoccupata di mettere degli annunci sui giornali, avrebbe riscosso una ricca ricompensa. Intanto Charlot non smette di pensare al “suo” bambino… La pellicola, datata 1921, rischiò di non vedere mai la luce: questa, insieme ai possedimenti di Charlie Chaplin, venne infatti inserita tra gli oggetti pignorati a seguito dalla causa di divorzio dalla prima moglie.
