In un negozio di Chinatown un uomo acquista per il figlio Billy un mogwai, indefinibile mostriciattolo dal cuore d’oro, di nome Gizmo. La bizzarra creatura non dovrà mai essere esposta alla luce diretta, soprattutto se solare (ne morirebbe), né bagnato perché, per qualche strano meccanismo, inizierebbe a riprodursi in maniera incontrollabile e non dovrà mai mangiare dopo lo scoccare della mezzanotte. Nonostante le tante raccomandazioni dirette all’intera famiglia, la madre di Billy usa il flash della sua macchina fotografica per immortalare l’indifeso mogwai che per qualche tempo dà segni di squilibrio. In un secondo momento, quando Gizmo è finalmente tornato in sé, qualcuno lo bagna accidentalmente e la creatura inizia a figliare. Tra i cuccioli uno soltanto ha una stana cresta, elemento questo che ben presto gli dà il diritto di diventare il capo della numerosa nidiata di mostriciattoli. Questi ultimi, ovviamente impossibili da tenere sotto controllo, mangiano a tutte le ore del giorno e della notte: ciò li trasforma in Gremlins piccole creature verdi e ricoperte di pelo dall’aspetto tutt’altro che piacevole. I Gremlins, tra l’altro, si rivelano anche abbastanza aggressivi e capaci con un morso di uccidere gli uomini. In breve tempo le creature, che intanto continuano a moltiplicarsi, invadono la città aggredendo tutti coloro i quali la popolano. Nonostante Billy si rechi subito dal sindaco per dargli modo di venire a capo della questione e porre dei rimedi, il primo cittadino non soltanto non vuole ascoltarlo, ma lo bolla come pazzo. L’uomo allora cerca di agire da solo; la sua bizzarra sorte lo spinge quindi ad introdursi nel bar dove lavora Kate, letteralmente invaso dalle aggressive creature. La giovane donna, Billy e Gizmo che è sempre stato al fianco del poveretto, adesso non possono fare altro che tentarle tutte per salvare la città dall’invasione dei Gremlins… La pellicola, datata 1984, ha riscosso parecchio successo sia tra i critici cinematografici che tra i semplici appassionati del genere horror-comedy.
