Che fine ha fatto Santa Clause?

Scott Calvin, un uomo comune che per circostanze fortuite si è trovato costretto a vestire i panni di Babbo Natale, apprende che Charlie, suo unico figlio, quest’anno è stato inserito nella lista dei bambini cattivi: il ragazzino infatti si è più volte reso responsabile di piccoli atti vandalici ai danni della sua scuola, puntualmente puniti dalla preside Carol Newman. Tra l’altro apprende anche che entro l’ormai imminente vigilia di Natale dovrà trovare moglie; se ciò non accadesse infatti perderebbe la sua nuova identità (ovviamente quella di Santa Claus). Dato che Scott si trova a dover fronteggiare un discreto numero di problemi, per altro di difficile risoluzione, i folletti Curtis e Bernard lo clonano: in questo modo mentre il poveretto tenta di riportare sulla retta via il figlio e trovarsi una compagna, il suo doppio gestisce gli elfi al Polo Nord. L’uomo, tornato temporaneamente a casa e riassunte le fattezze con cui tutti lo conoscono, si reca quindi al colloquio con la preside e convince l’esasperata docente a non punire il figlio. Scott infine le suggerisce di ricreare a scuola la magia del Natale; soltanto in questa maniera i più irriverenti tra gli alunni potranno finalmente imparare a comportarsi meglio. Per quanto non sia molto convinta di questa idea, Carol decide di dare fiducia a Scott (nonostante nel frattempo Charlie ne combini tante altre delle sue). Tra i due nasce subito una certa complicità. Quando però l’uomo rivela alla preside la sua vera identità la donna, e come darle torto, pensa che il suo nuovo corteggiatore si stia prendendo gioco di lei ed interrompe quindi i contatti. Intanto al Polo Nord il clone di Babbo Natale si rivela tutt’altro che un perfetto Santa Claus… La pellicola, datata 2002, è il fortunato sequel del film del 1994 “Santa Clause”. Entrambi i lungometraggi vedono Tim Allen interpretare il ruolo del protagonista.