Fight Club

Un uomo, la cui identità non viene mai precisata nel corso del film, sbarca il lunario occupandosi di assicurazioni auto per conto di una importante ditta leader del settore. Il poveraccio, nonostante la sua professione gli garantisca ciò che serve per vivere (e anche qualcosa di più) è un infelice: soffre di insonnia, è spesso depresso e ha continui attacchi di panico. Inoltre, forse perché comunque deve mantenere determinate apparenze per essere credibile sul lavoro, è una vittima del consumismo e, a causa dei suoi tanti viaggi, patisce spesso gli effetti del jet lag. Si rivolge quindi ad un gruppo di ascolto dove incontra Marla Singer, una giovane donna che usa questo espediente per poter stare al caldo alcune ore e scroccare qualche pasto. Il destino mette poi sulla strada del protagonista anche Tyler Durden, un bizzarro venditore di saponi. Per qualche oscuro motivo l’assicuratore che, tornato intanto a casa trova la sua proprietà distrutta da una fuga di gas, chiama Tyler che conosce appena e lo prega di incontrarlo. I due uomini entreranno presto in confidenza, tanto che lo strano venditore di sapone offrirà ospitalità all’amico. Quest’ultimo però dovrà in cambio prendere parte al Fight Club, un bizzarro gruppo di individui che periodicamente si incontra per organizzare dei combattimenti tra soci. Il circolo, ovviamente segreto, sembra essere per i suoi adepti un modo per protestare contro la società moderna e scaricare tutte le tensioni a cui questa li costringe. Da qui a dare vita ad un progetto terrorista la strada è breve. Ma giunti a questo punto della narrazione, Tyler instilla nel protagonista il dubbio di non essere mai esistito, di essere quindi solo il frutto della sua mente alienata. Lo strano uomo allora, preoccupato di poter disseminare morte e distruzione in giro per il paese, si autodenuncia, dando vita ad un epilogo tutt’altro che prevedibile. La pellicola, datata 1999, è stata giudicata dai critici eccessivamente violenta.